Padre Piero Lanza e un folta delegazione di parrocchiani di Cipressa ha partecipato nel Salone Giovanni Paolo II di San Remo il 6 febbraio al mensile appuntamento con PerCorso, l’incontro di formazione pensato non solo per chi è già membro attivo della Chiesa ma anche per coloro che ne sono lontani, la delegazione ha voluto in questo modo rendere omaggio all'illustre concittadino relatore della serata il magistrato Gian Luigi Caselli. Ad introdurre la serata è stato mons Antonio Suetta: “Sono lieto di salutare e ringraziare il Dott. Caselli, che mi agevola il compito perché non ha bisogno di presentazioni. Conosciamo la persona, l’impegno e la sua storia. Lo ringrazio per aver accettato di intervenire in questo itinerario che ci introduce nella vita della società e di farlo con l’occhio attento ai valori cristiani della verità e della giustizia”. Caselli ha quindi preso la parola e, dopo i ringraziamenti iniziali, ha trattato il tema di “Giustizia e Legalità”, argomento sempre attuale e all’ordine del giorno da parecchio tempo. “Legalità e giustizia – ha detto il magistrato – sono parole che spesso vengono utilizzate come sinonimi ma, in realtà, non sono assolutamente la stessa cosa ma nettamente diversi, infatti, legalità significa osservanza delle norme scritte ed è la base per procedere verso la giustizia che invece va oltre le regole scritte ed ha come finalità un’equa distribuzione delle risorse”. In questo senso la norma scritta aiuta gli ultimi la legalità, ossia l’osservanza formale, sostiene ancora di più gli ultimi a progredire ma, per funzionare, deve necessariamente integrarsi con la responsabilità personale dei singoli, unica strada per arrivare ad una vera giustizia. Facendo un parallelismo il relatore ha accostato il vangelo, che nel brano delle beatitudini parla di fame e sete di giustizia (Mt 5,6) con l’articolo 3 della Costituzione che dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Questo articolo fa si che il diritto costituzionale invece di limitarsi “soltanto” alla tutela si proietti nel futuro, in una dimensione di cambiamento; una sorta di rivoluzione nella direzione della crescita in modo da creare condizioni che agevolino l’avvicinamento alla giustizia. La legalità è quindi una precondizione della giustizia ma nell’attualità del nostro paese non gode di buona salute
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