
Alla scoperta del Santuario della Madonna dell'Acquasanta a Montalto con Christian Flammia
Christian Flammia con la rubrica "Alle origini della nostra civiltà", ci porta in Provincia di Imperia, in Valle Argentina, per visitare il Santuario della Madonna dell'Acquasanta.
Il Santuario, autentico scrigno del Ponente ligure, si trova a pochi chilometri dal paese di Montalto e, secondo la tradizione e fonti storiche, fu costruito nel 1453 per onorare la Madonna che in quel luogo apparve per curare un vecchio infermo, con l'acqua sgorgata miracolosamente da una fonte. Il Santuario, per questo motivo, fu considerato "luogo sacro" e oggetto di particolare devozione da parte dei fedeli. Situato lungo l'antica via della transumanza, lungo i secoli, fu restaurato diverse volte a causa dei furti e saccheggi subiti e fu ricostruito definitivamente, con l'attuale facciata scenografica, alla fine dell'Ottocento, dopo i danni del devastante terremoto del 1887.
Christian Flammia - 04 01 2018

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La quattrocentesca Cappella di Santa Brigida si trova nel comune di Dolcedo lungo la strada che porta alla cima del monte Faudo su una cresta che divide la Valle del San lorenzo dalla Valle Prino
Come riporta una antica incisione in caratteri gotici posta all'ingresso, la chiesa campestre fu costruita nel 1425, all'incrocio dei crinali di montagna e svolse per diversi secoli funzione di ostello e riparo per i viandanti e pellegrini.

Secondo la tradizione, l'edificio religioso fu intitolato a Santa Brigida perchè nella notte del 31 agosto 1340 la Santa, nel suo viaggio verso Roma, passò da quelle parti e riuscì a sconfiggere le forze di satana. La fantasia popolare vuole che proprio la notte del 31 agosto, sul passo dove sorge la cappella, si può incontrare il diavolo. Pare, persino, che nelle vicinanze della Chiesa vi sia una pietra con il profilo del ginocchio del diavolo, impresso durante la sua fuga da Santa Brigida.


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Visita alla misteriosa Chiesa di San Bernardino di Triora
Guida d’eccezione il Dott. Alessandro Giacobbe, Professore all’Accademia delle Belle Arti di Sanremo
L'edificio fu eretto agli inizi del 1400 in posizione strategica, lungo la via dei pellegrini che dall'Italia raggiungevano la Provenza ed Avignone
Siamo andati sull’Alta Via dei Monti Liguri per visitare un autentico scrigno del nostro immenso patrimonio artistico: la Chiesa di San Bernardino di Triora. Nostra guida d’eccezione il Dott. Alessandro Giacobbe.
L’edificio fu eretto agli inizi del 1400 in posizione strategica, lungo la via dei pellegrini che dall’Italia raggiungevano la Provenza ed Avignone. Fu dedicato alla figura di San Bernardino, che proprio in quel periodo predicava lungo le strade dell’Italia e della Liguria, per pacificare una popolazione inquieta e molto bellicosa.
Bernardino da Siena apparteneva all’Ordine dei Francescani e le sue predicazioni furono così importanti per lo spirito di conciliazione e di rinnovamento della vita religiosa dei comuni appena sorti, che il Papa Niccolò V lo proclamò Santo nel 1450.

La Chiesa presenta al suo interno pregevoli affreschi quattrocenteschi di scuola toscana, che raffigurano eretici, demoni e figure umane irreali e smaterializzate. Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse dei critici d’arte, tanto che il Professore Vittorio Sgarbi, in una recente visita a Triora, ha voluto visitare la Chiesa per capire meglio queste straordinarie testimonianze del medioevo ligure.
Ci ha accompagnati il Dott. Alessandro Giacobbe, Professore all’Accademia delle Belle Arti di Sanremo e profondo conoscitore della zona, al quale chiediamo di raccontare ai nostri lettori la misteriosa storia della Chiesa di San Bernardino.

San Bernardino nei primi anni del 400 predica anche a Triora che all’epoca era un centro di notevole importanza dell’entroterra ligure e caposaldo delle Repubblica di Genova. San Bernardino lascia un segno talmente importante nella popolazione del posto, che decidono di dedicargli un edificio sacro. La Chiesa si trova fuori dal centro abitato, ma lungo una via importantissima, che è quella dei pellegrini che dal mare volevano raggiungere i paesi montanti all’interno della Francia e della Pianura Padana.

Il Portico posto all’esterno dell’edificio religioso aveva appunto una funzione di punto di sosta e di riparo per i viandanti. All’interno si trova un sistema altamente complesso di dipinti murali. Le scene cicliche molto forti e di grandi dimensioni, hanno come sfondo il tema del giudizio universale e sono in pratica un ammaestramento per la popolazione.

Si vuole colpire l’immaginario collettivo con visioni e ammonimenti molto crudi per i peccatori che non seguivano i principi di una vita cristiana. Teniamo conto che l’inizio del ‘400 è particolarmente turbolento. E’ in pieno corso lo Scisma d’Occidente, per cui ci sono Papi avignonesi e romani, la società è divisa in fazioni che con guerre feroci si contendono il potere.
San Bernardino da Siena, nel solco della tradizione francescana vuole attenuare queste tensioni e collocare tutti sullo stesso piano ed ecco appunto la spiegazione delle suggestive raffigurazioni dei confratelli con le cappe, tutti uguali e non riconoscibili. Le figure atone, in un viaggio eterno, sono dissolte dal corpo e non hanno più alcun contatto con il mondo terreno.
Teniamo conto che all’epoca questi dipinti erano osservabili solamente a lume di candela e l’effetto ottico e di avvertimento era sicuramente molto incisivo. I recenti restauri hanno sicuramente conservato questi preziosi dipinti, ma, a mio modo di vedere, si dovrebbe maggiormente collaborare con le agenzie turistiche per incentivare l’afflusso di visitatori a questa meraviglia del nostro entroterra ligure.
Comunicato stampa e foto di Christian Flammia
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La Cappelletta del Monte Faudo torna ad essere luogo di culto
Nel giorno del ricordo delle vittime dell 11 settembre la cappelletta votiva posta in vetta al monte faudo torna ad essere dopo anni di oblio un luogo di culto. A celebrare la Santa Messa Don Antonello Dani.
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